Non ci sto alle promesse ipocrite

Quelle del 15 e 16 maggio saranno le prime elezioni che assegneranno un ruolo centrale a un nuovo civismo. Si andrà al di là della ormai classica rappresentanza territoriale e professionale oppure della cooptazione di quadri civici autorevoli in affiancamento ai partiti tradizionali. Questa volta peseranno e si faranno sentire nelle urne i gruppi organizzati attraverso una partecipazione diffusa e ‘non convenzionale’ che sostengono nuovi argomenti, un nuovo sviluppo, un nuovo protagonismo. Vorrei che non accadesse ciò che da decenni accade in ogni campagna elettorale, e cioè tutto si riducesse all’ipocrisia del ‘io chiedo/tu prometti’ oppure della ‘prova del sangue sui problemi che io ti pongo’. Vorrei che si andasse al di là di un impegno generico, ma per la prima volta si discutesse già nella fase della redazione del programma circa il modello di sviluppo che desideriamo per Rimini. Io credo che siano maturi i tempi per equilibrare il programma, inserendovi in posizione strategica i temi dei consumi corretti, dello smaltimento rifiuti, dell’acqua pubblica, delle imprese piccole e medie che portano avanti in maniera lodevole la prospettiva della cosiddetta ‘filiera corta’ e della produzione locale, della mobilità sostenibile.

Io credo maturi i tempi affinché Rimini adotti, prima città in Emilia Romagna, la nuova legge sulla partecipazione diffusa e democratica alle scelte amministrative, passando da una partecipazione ‘istituzionalizzata’ a una partecipazione reale e paritaria. I programmi non sono solo elenchi di cose da fare, da spuntare via via che ci si inoltra nel mandato amministrativo. Dai programmi deve scaturire senso di appartenenza, cultura, un’idea della cittadinanza attiva. Per i primi bastano i commissari. I secondi soni quelli a cui aspiro e che intendo costruire adesso.

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Una risposta a Non ci sto alle promesse ipocrite

  1. daniele scrive:

    10-12% é il calo delle presenze stimato per la stagione entrante in Riviera.
    La scommessa si gioca sul tempo: per quanto ancora il sommerso potrà compensare le carenze strutturali frutto di una miope politica e di una distratta classe dirigente ?
    Diciamocelo con franchezza: questo andazzo non potrà durare più di cinque anni.
    Poi, Rimini bye bye..
    Chi scommette sulle probabilità, sta giocando alla roulette russa con il futuro dei suoi figli.

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