Andrea Gnassi, per i prossimi cinque anni Rimini di cosa ha bisogno?
Prima di tutto di un’iniezione di fiducia. Rimini ha tutte le condizioni per aprire un capitolo nuovo della propria storia, con al centro il tema della qualità della vita e legato a una maggiore partecipazione dei cittadini alle scelte strategiche. E poi è ora di dare soluzione ad alcune questioni non più rimandabili.
Quali?
La prima: prevedere le risorse finanziarie per concretizzare i progetti in grado di far fare un salto di qualità alla città. La seconda: mettere mano alla vera e propria urgenza, vale a dire la mobilità, realizzando un programma di interventi ‘a rete’ che riequilibri il rapporto tra trasporto privato, pubblico, ciclopedonale. La terza: riconvertire la macchina comunale in casa aperta 24 ore al giorno al servizio di cittadini e ospiti. La quarta: potenziare la rete di protezione e crescita sociale attraverso l’abbattimento di quelle barriere stantie che impediscono di considerare le politiche culturali o i servizi sportivi diffusi parte di un grande programma sociale, inclusivo, d’integrazione. Poi c’è il tema dello sviluppo e del lavoro.
Si spieghi meglio
C’è un rapporto reale tra sviluppo della piccola e media impresa, occupazione, diritti, trasparenza, legalità. Non sono aspetti che si possono affrontare separatamente. I livelli occupazionali sono conseguenti alla salute delle imprese; la salute delle imprese è fondata sulla trasparenza del contesto socio economico, vale a dire sistema del credito regolare, infrastrutture moderne che salvaguardino la competitività, una competizione meritocratica e non clientelare. La competizione meritocratica in un sistema sano è il miglior deterrente contro l’illegalità e la privazione dei diritti fondamentali della persona e del lavoratore. Ma chi governa ha prima di tutto una responsabilità: azzerare i costi sociali prodotti dalla burocrazia. La dico così: vorrei che i provvedimenti della pubblica amministrazione fossero caratterizzati da ragionevolezza e buon senso, non da ottusità formalistica.
Durante le primarie del centrosinistra, lei ha insistito sulla cosiddetta “riminesità”
Che non è e non vuole essere un richiamo nostalgico al tempo che fu. Io sono nato e ho sempre vissuto nella “pancia” di Rimini. Proprio perché la conosco profondamente so che il suo orizzonte non è limitato entro le mura malatestiane. La vocazione di Rimini, il suo destino inevitabile è essere un punto di riferimento di un’area, anche mentale, molto più vasta dei suoi confini amministrativi. Siamo sogno e desiderio di milioni di italiani, abbiamo potenzialità creative illimitate, possiamo contare su un’identità molto più forte di quello che si creda o pensi. Il salto di qualità sta ora nel proiettarci così, con questa consapevolezza. Non possiamo vivere nel rimpianto del passato, benché dolce. Ma reagire consapevoli che il “futuro non è un regalo ma una conquista”. Come nella storia migliore di Rimini. Non si tratta di votare, ma di condividere un’idea che già appartiene a tante persone a Rimini: il futuro si costruisce oggi con scelte nette, il passato non è zavorra né ancora, Rimini pretende ma merita tanto. Volerle bene vuol dire renderla più vivibile, più bella, più coesa. Insomma, più.


ancora troppo generico ci vogliono 5 o 6 impegni su progetti precisi .
viabilità troppo generico facciamo questo entro il , teatro si fa entro il…. , spostiamo
il mercato ambulante entro il…
il lungomare ci mettiamo le mani ? entro quando .
non ho ancora sentito su turismo e congressuale ( siamo i più cari d’italia penso che anche in questo ente sia ora di modificare qualccosa ) il pensiero preciso di Gnassi .
Se rimaniamo sul generico gli altri possono avere più credibilità di noi che veniamo da cinque anni gestione scandalosa .
grazie
Il Centro Storico, cioè la VETRINA di Rimini, dovrebbe costituire obiettivo di interesse amminstrativo e progettuale primario. Alcune notazioni.
TRAFFICO e VIABILITA’. La gestione mi sembra demenziale:
a) la Vigilanza Urbana latita ed è ora scandalosamente permissiva ora irriducibilmente severa in maniera incoerente, ottusa, ondivaga, per tacer d’altro. Si può sapere quanti Vigili sono in organico, che turni fanno e dove, di quanti mezzi dispongono, quante sono le donne rispetto agli uomini, come e dove sono distaccati, quali direttive ricevono e da chi, che tipo di integrazione con le altre Forze Pubbliche hanno? Ricordo incidentalmente gli episodi poco edificanti che li hanno distinti di recente, quando hanno sollevato la storia degli straordinari da restituire (che fine ha fatto la questione?) e il rifiuto di fare servizio straordinario (?) la Notte di Capodanno.
b) lo stato delle pavimentazioni stradali in città (e al mare) è vergognoso. Punto e basta.
c) la sede della Questura in Corso d’Augusto è un problema da risolvere a tutti i costi soprattutto per consentire il recupero sociale e commerciale di una parte del Centro Storico che merita il massimo della cura per motivi che chiunque è in grado di immaginare e capire, trattandosi del tratto che va da Piazza Cavour al Ponte di Tiberio e il Borgo. In paralleo va risolta la questione della Nuova Questura. Mi fermo qui.
rimini e’ una citta’ bellissima fatela diventare stupenda c’e’ troppa criminalita’ fate piu’ operazioni di rilancio non sull’immagine ma sul contenuto. auguri