Il programma

Programma di mandato è solitamente sinonimo di elenco corposo di cose da fare, di impegni da prendere, di centellinato equilibrio nei termini e nelle espressioni a garanzia e a soddisfazione delle forze politiche firmatarie. Documenti dettagliati sino alle virgole che, alla prova dei fatti, rivelano una concezione distorta di intendere il rapporto tra pubblica amministrazione e società: il Comune fa (non fa), i cittadini guardano (protestano). Una costruzione figlia di un pensiero pessimista e verticista, che alza una netta barriera tra Palazzo e comunità di riferimento per quanto riguarda responsabilità e responsabilizzazione.

Di più. Programmi di medio e lungo periodo sarebbero una cosa seria a patto di avere un Governo serio. La realtà concreta dei Comuni è invece quella di soggetti che, mentre qualcuno blatera di federalismo e lo usa come specchietto per le allodole, debbono fare i conti con tagli drastici alle risorse locali decisi (quando va bene) anno per anno e con norme (dal fantomatico Piano casa, al Patto di stabilità fino agli incentivi per il fotovoltaico) che minacciano di sconvolgere qualsiasi scelta di programmazione. Il rischio diventa quello di tracciare puntuali rotte di navigazione mentre qualcuno trova il modo di innescare uno tsunami che travolge anche la più robusta delle imbarcazioni.

Quello che unisce le liste che sostengono la candidatura a Sindaco di Andrea Gnassi non vuole ne può essere un programma di impegni dettagliato e minuzioso.

Ad unire è, piuttosto, un patto fortemente ispirato da valori civici, da principi ispiratori, da un’idea di governo che muove dalla capacità di interpretare la fase che sta vivendo Rimini e la necessità di proiettarla con coraggio e responsabilità verso un futuro più solido e armonioso.

Voltare pagina a Rimini significa prima di tutto cambiare il modo di pensare il programma amministrativo di mandato, uscendo dalla gimkana dei dualismi- manutenzioni o grandi opere? scritto per i partiti o per i cittadini? esauriente o sintetico?- per ricercare un obiettivo semplice ma inconsueto: una proposta di governo per la città deve farsi leggere, non può respingere per complessità di linguaggio, pretenziosità degli argomenti trattati e, sopra ogni cosa, evidente improbabilità di mantenimento delle cosiddette ‘promesse’.

Questo, nell’immediato, vuol dire attirarsi addosso probabili perplessità per la novità dell’approccio, meno ossessivo e ‘onnicomprensivo’ del passato. Ma il rischio va corso per intero perché sono proprio le incomprensibili liturgie di un certo modo di intendere la politica che, in definitiva, allontanano il desiderio e l’interesse di impegnarsi per la cosa pubblica.

La Rimini che affronta i prossimi cinque anni, nel bel mezzo di una crisi economica che su questo territorio ha aggredito lavoratori, imprese, sistema bancario, è una città in profondo cambiamento. I primi dieci anni del nuovo millennio hanno visto seguire luna all’altra due distinte fasi. La prima, di forte espansione economica e demografica, che ha allargato le potenzialità turistiche della città ai periodi dell’anno tradizionalmente ‘deboli’, grazie alla realizzazione di una serie di infrastrutture strategiche servite anche a riqualificare parti urbane. La seconda, caratterizzata dal contraccolpo europeo e italiano post crisi finanziaria dei ‘sub prime’ statunitensi, ha visto e vede ancora questo territorio dover assorbire i colpi di una congiuntura sfavorevole che presto dalla imprese si è trasmessa ai livelli occupazionali. La contemporanea difficoltà del sistema creditizio locale ha chiuso un cerchio di spessa crisi di cui ancora non sono ben valutabili i realistici effetti. 

Tutto ciò determina forzatamente una direzione di marcia differente per una città e una comunità che- da minuscolo puntino sul Mare Adriatico-  ha le capacità e l’ambizione di recitare un ruolo da protagonista nelle complesse dinamiche economiche e sociali dell’area mediterranea e europea.

Rimini volta pagina perché muta il contesto, la società, la cultura, lo sviluppo, la sensibilità civica verso i temi della quotidianità e dello sviluppo. Ma cambiare passo vuol dire combattere contro incrostazioni, interessi corporativi, abitudini, consuetudini, perfino linguaggi. E questo non può significare che riconvertire radicalmente natura e ruolo dell’Ente Comune.

1.    La Casa Comune: sintesi, trasparenza e concretezza

Prima di ogni progetto, prima di ogni iniziativa, prima di ogni considerazione, occorre mettere mano all’organizzazione pubblica comunale perché solo una macchina efficiente, motivata, trasparente nei percorsi e nella modalità di accesso ai servizi, meritocratica e premiante le competenze nella cooptazione del personale e delle rappresentanze, disponibile  alle esigenze e agli orari della città. A Rimini serve una Casa Comune sempre aperta e non un Palazzo.

Gli assetti amministrativi vanno ricollocati nel giusto contesto del servizio e della utilità. I quadri dirigenziali devono ragionare per obiettivi con scadenze definite, ogni assetto organizzativo va orientato ai tempi certi della risposta al cittadino e all’impresa, il governo delle società partecipate va reinterpretato alla luce dell’omogeneità del disegno, della strategicità delle stesse partecipazioni nello sviluppo del territorio con una ricerca delle rappresentanze incentrata su criteri meritocratici e di competenza piuttosto che di comunanza o interesse politico. Va da sé che il Comune, in sinergia con gli Enti della provincia, riprenda un ruolo strategico di programmazione dei servizi, controllo della loro efficienza ed efficacia, verifica del giusto rapporto tra servizio erogato e costo al cittadino. Ciò vale anche per le società partecipate. Solo un Ente trasparente come il vetro, che stimola la partecipazione, l’incontro con le diverse istanze territoriali e l’idea di una ‘modernità accogliente’ può superare la filiera distorta del ‘Comune che fa e la società sta a guardare’.  Una buona Amministrazione valorizza il ruolo e l’apporto del tessuto sociale non solo per una festa di piazza; è il più complessivo rapporto di fiducia tra Istituzione e cittadino che va ripensato, rafforzato, messo immediatamente al centro dell’azione da parte del Governo della città. In tal senso va subito allineato e attuato un programma di ‘rete civica per il decoro’ che- anche nella prospettiva di imminente cancellazione delle Circoscrizioni- coinvolga il volontariato e l’associazionismo diffuso nella cura quotidiana e nella tutela funzionalità e della gradevolezza estetica del tessuto urbano. Lo stesso meccanismo di responsabile reciprocità va a sostanziare il nuovo rapporto tra fiscalità locale e cittadino. Le consistenti difficoltà finanziarie in cui versano tutti gli Enti locali a causa delle restrizioni del Patto di Stabilità e dell’esiguità dei trasferimenti governativi impongono un rapporto trasparente tra tributi versati e servizi erogati. L’Amministrazione Comunale non intende elevare la pressione fiscale a carico dei cittadini, facendo leva sull’equità, sull’ottimizzazione e l’esatta definizione delle priorità di lavoro e- in collaborazione con le autorità competenti per legge- sistematizzando il contrasto all’evasione e all’elusione, piaghe endemiche del territorio riminese.

 

2.    La città armonica: ricucire i tre strappi del territorio

Lo sviluppo edilizio determinato dalle scelte di pianificazione degli ultimi 25 anni hanno determinato una oggettiva dilatazione di Rimini. Ciò ha reso ancora più complesse la comunicazione e l’accessibilità tra le tre parti in cui è storicamente frazionata la città: la fascia costiera, il centro storico, il territorio al di là della SS16 ‘Adriatica’. L’impatto complessivo è oggi quello di una città allungata, con una non del tutto soddisfacente coerenza sotto il profilo urbano, incompleta di spazi verdi e servizi nelle aree di nuova espansione. Il rischio è che questa slabbratura urbanistica porti con sé un progressivo peggioramento della vivibilità e della qualità urbana complessiva, non nei termini esclusivamente viabilistici, ma soprattutto sociali e inclusivi. Una città scomposta genera egoismo, alienazione, assenza di appartenenza a quello spirito identitario che è anticamera di ogni progetto partecipativo. La sfida è quella già aperta dal PTCP 2007 e dal PSC 2011 già adottato: restituire armonia a Rimini, dando ai riminesi e agli ospiti l’opportunità di riconoscersi in ogni luogo, strada o piazza, attraverso l’assunzione del limite dell’espansione edilizia. Non si può andare oltre nello sviluppo quantitativo, va favorito il riuso degli spazi urbani, il recupero e la loro riorganizzazione e qualificazione. L’approvazione definitiva di PSC e RUE e quindi l’impostazione del POC verranno prioritariamente virati verso il superamento delle tre storiche fratture territoriali riminesi, grazie a una mobilità meno invasiva e inquinante perché dominata dall’auto privata, a un centro storico ripopolato da famiglie e residenti reali attraverso la ricollocazione di fulcri di aggregazione primaria e la riqualificazione del tessuto commerciale, a una fascia collinare non più ‘entroterra’ o ‘periferia’ ma reinterpretata tramite la presenza di luoghi di socializzazione, centri polifunzionali, servizi distribuiti omogeneamente.

  • la mobilità. Il tema della mobilità deve essere approcciato tenendo conto di un sistema complesso che deve comprendere sia il tema dell’accessibilità intesa come possibilità di raggiungere Rimini in maniera rapida dalle diverse direttrici di traffico dal nord e dal sud d’Italia; sia la necessità di spostarsi in maniera semplice dentro Rimini e tra i comuni della provincia e lungo la costa prima di tutto. E questo purtroppo avviene senza la necessaria efficacia, penalizzando la nostra storica vocazione allaccoglienza. Il quadro della riqualificazione e/o ristrutturazione delle grandi arterie viarie è in movimento (terza corsia, progettazione Statale 16, asse viario di sfondamento sud/via Roma e nord/via Sozzi, finanziamento statale per il metrò di costa) ma è chiaro che non si possa rimanere in esclusiva attesa delle opere che verranno. Il tema strategico del potenziamento della rete di trasporto pubblico locale- anche nella direzione di decrementare l’utilizzo dell’auto privata negli spostamenti da e per la città- individua il Trc quale fulcro per l’area costiera ma esso ha necessità di essere accompagnato da un ripensamento moderno e funzionale (ovvero agganciato all’evoluzione della città) del servizio erogato da Agenzia Mobilità, dalla riproposizione concreta e non più solo teorica del carico e scarico merci nel centro storico e nella Marina utilizzando la soluzione dei transit point e dal possibile nuovo ruolo che può essere svolto dal treno, ad uso metropolitano, tra Ravenna e Cattolica. L’altro versante strategico per il ripensamento della mobilità in una direzione migliorativa della qualità di vita è quello della sostenibilità. Le relazioni in una città divisa si concentrano pressoché esclusivamente sull’utilizzo del trasporto privato. E’ indispensabile che esse siano invece servite da una rete di piste ciclabili di livello europeo,‘anelli verdi’ che dal porto sino al fiume Marecchia e da Marina Centro sino al fiume Ausa, passando per una ‘circonferenza ecologica’ del centro storico, mettano a sistema e in comunicazione i diversi luoghi del territorio. Porto e aeroporto sono le porte d’accesso alla città che hanno bisogno di una chiarificazione definitiva. Lo scalo di Miramare si appresta quest’anno a superare dopo lunghi anni la soglia del milione di passeggeri, ma da oggi in poi si pone il tema del suo lancio definitivo in un’ottica regionale e adriatica. Un’articolazione omogenea del sistema aeroportuale regionale eviterà la concorrenzialità interna al sistema ma Rimini deve agganciare le proprie ambizioni e il proprio sviluppo su questo fronte attraverso strumenti (es. privatizzazione) che vadano a sostenere l’impegno economico dei soci pubblici. Il Piano del Porto, recentemente approvato, va attuato tenendo conto delle funzioni e delle potenzialità anche turistiche delle attività lì ubicate (es. mercato del pesce, cantieristica navale), determinando una volta per tutte la vocazione di una lingua di terra che ha un valore imprescindibile e insostituibile nel radicamento identitario della comunità riminese.
  • I luoghi della trasformazione identitaria. Ricucire la città è riappropriarsi dei suoi luoghi simbolo e comprenderne di nuovi. Prioritariamente è indispensabile definire le vocazioni di alcune aree cardine, così come emergenti dalle indicazioni provenienti dal Piano strategico di Rimini. La zona nord (Viserba ‘regina delle acque’, Viserbella, Torre Pedrera) è naturalmente destinata a vestire i panni di città dello sport, utilizzando parte degli spazi dedicati alla perequazione prevista dal PSC per realizzare infrastrutture sportive che caratterizzino il prodotto turistico. La zona sud e di Marina Centro vocata al benessere e al ‘dolce vivere’ , con la spiaggia luogo unico e attrattivo 12 mesi all’anno. Il centro storico cuore non della Rimini della nostalgia ma di una città contemporanea e dinamica grazie al suo patrimonio storico/artistico, al suo tessuto commerciale, alla riqualificazione di luoghi da troppo tempo utilizzati indebitamente. Possono essere individuati alcuni progetti cardine, sostenibili finanziariamente dal Comune di Rimini: la pedonalizzazione del Ponte di Tiberio entro il 2014 con il recupero del percorso lungo porto canale e la restituzione di piazza Malatesta alla sua funzione naturale di polo aggregativo in un progetto di rilancio della connessione storica di Rimini dal mare al centro; l’abbattimento del muro tra la parte a mare e il centro storico grazie al pieno utilizzo in termini di funzioni culturali e relazionali dell’area della stazione ferroviaria; la nuova vita del waterfront riminese con lungomare pedonalizzato, nuove funzioni e connessioni con la spiaggia attraverso la riorganizzazione della mobilità e quindi progetti di finanza meglio inseriti nel contesto urbano e più pertinenti rispetto agli obiettivi posti dall’Amministrazione Comunale.
  • Da periferie a città. Le nuove aree di espansione presentano una non omogenea presenza di servizi primari. Ciò accende la spia rossa del distacco, dell’indifferenza di vecchi e nuovi cittadini verso Rimini. Occorre inoculare qualità di vita nei luoghi decentrati del territorio comunale, dando attenzione, dignità e decoro ad aree a rischio marginalizzazione. Scuole, servizi sanitari, rete di piccola distribuzione commerciale, centri sportivi, aree verdi sono elementi che devono caratterizzare la vita di ogni parte urbana, sia essa a un metro o a 10 chilometri dalla sede comunale. Va importato il progetto- già attuato in alcune capitali europee- di dotare ogni casa entro 300 metri di un parco, di una pista ciclabile, di un servizio di trasporto pubblico. La stessa impiantistica sportiva diffusa, che vede Rimini tra gli ultimi posti in Regione, va ampliata nei termini di un grande programma sull’intero territorio di realizzazioni, ristrutturazioni, riqualificazioni che metta assieme risorse dell’Ente Comune e impegno dell’associazionismo dedicato.

 

3.   La città altruistica e della conoscenza; welfare come cultura, cultura come welfare

La  spesa sociale è caduta per prima sotto la scure poco intelligente dei tagli lineari del Ministro Tremonti. Eppure Rimini, attraverso un poderoso sforzo comune che vede impegnato il Comune ed una miriade di associazioni, riesce ancora a garantire una rete di sostegno ed opportunità robusta anche se (anche per l’aggravamento prodotto dalla crisi) non sufficiente a coprire tutte le esigenze crescenti. La spesa sociale copre, oggi, il 33% della spesa corrente del nostro Comune. E non possiamo permetterci arretramenti: un welfare locale efficiente che non abbandoni le persone al proprio destino e che costituisca un fattore di promozione sociale serve quanto l’aria che respiriamo. E’ la condizione per avere coesione sociale ed affermare l’idea stessa di comunità. La nostra idea è quella di un welfare locale fondato sui principi dell’universalismo e attento alle fasce deboli e a chi è maggiormente in difficoltà e organizzato su una rete integrata di servizi, sempre più personalizzati e in grado di garantire alla persona la propria sfera di cittadinanza. Un welfare che promuove l’assunzione di responsabilità da parte dei cittadini e incentiva la mobilitazione di risorse familiari e comunitarie nei percorsi di accoglienza, sostegno e cura. In questa prospettiva è fondamentale il supporto alle famiglie che, in tutte le forme in cui oggi si articolano, rappresentano l’ambito fondamentale in cui cresce la persona e la sua autonomia e si origina lo stesso senso di appartenenza ad una comunità. E’ in questa prospettiva che è importante mantenere e potenziare gli investimenti per l’assistenza domiciliare (andando oltre il modello dei voucher), modulare le tariffe per i servizi pubblici favorendo le fasce più deboli, proseguire nella programmazione dell’aumento dei posti nei nidi ed attuare una politica abitativa adeguata. Sull’offerta di nidi e materne, sensibile è stato lo sforzo dell’Amministrazione Comunale uscente che- nell’arco di un decennio- ha incrementato l’offerta nella fascia 0-3 anni dal 14 al 22%. Ora occorre un nuovo salto, che allinei finalmente Rimini alle punte più avanzate in regione per ciò che riguarda l’assorbimento delle richieste delle famiglie con bambini piccoli. L’obiettivo è quello di arrivare a una copertura del 30%, attraverso la realizzazione di nidi comunali e maggiore sistematicità nell’incremento del rapporto con il privato convenzionato. Un riequilibrio della doppia leva che, sulla base di standard di qualità del servizio ottimali e accertati dal Comune, trasfonda a Rimini le migliori e più efficaci esperienze dell’Emilia Romagna. Sul tema della casa in fase di attuazione del Piano Operativo Comunale (POC) vanno individuate le aree di ERS (Edilizia Residenziale Sociale) da destinare ad edilizia convenzionata, potenziare l’Agenzia pubblica per la locazione gestita da ACER per il reperimento sul mercato privato di alloggi a canone concordato ecc. Più in generale confermiamo la scelta della sussidiarietà: intesa non come scorciatoia per ridurre i costi (magari al prezzo di favorire la precarietà del lavoro) ma come protagonismo della nostra società e di quella rete preziosa di associazioni del terzo settore che rappresentano un “di più” al quale la nostra realtà non può davvero rinunciare. La nostra convinzione è quella di una comunità che sappia integrare i nuovi cittadini (la popolazione straniera è oggi a Rimini circa il 10%), che sappia dare risposte positive senza togliere niente a nessuno. Rimini è da sempre caratterizzata da una società aperta e inclusiva, dalla capacità di guardare avanti e chi vuole promuovere una cultura della diffidenza, della “piccineria”, pensa ad una Rimini chiusa, arretrata ed ostile che è fuori dalla storia e, ancora di più, fuori dalla nostra storia. E’ la cultura della Lega ad essere straniera a Rimini. E invece la Rimini che vogliamo è una Rimini che viva, senza retorica, la cultura come risorsa. Valorizzare la cultura ed i saperi, fare in modo che la scuola torni ad essere un valore sociale e non un centro di riduzione dei costi, significa riconoscere come  creatività, talento e capacità di ogni individuo possono avere un alto potenziale per il benessere della comunità. Quello in cui crediamo è la necessità/possibilità di restituire alla cultura il suo significato profondo fatto di relazioni tra individui e società, un significato che concorre a migliorare la qualità stessa della vita. Il Polo universitario riminese è parte integrante di questa politica. Ma non possiamo nasconderci la necessità di governare con coraggio una fase che presenta criticità nuove. La cosiddetta Riforma Gelmini (allo stato attuale, in realtà, un insieme di principi virtuali ed un piano di tagli reali) mette in sofferenza gli equilibri raggiunti nell’assetto policentrico dell’Alma Mater e apre una discussione insidiosa sul futuro dei poli universitari della Romagna. Il nostro obiettivo è quello di difendere il Polo riminese ma sapendo leggerne i limiti e continuando a guardare in avanti: ad un insediamento universitario qualificato e che sappia innervarsi nel tessuto economico e sociale riminese. Noi la pensiamo così: ci serve un’università che dia prospettiva ai ragazzi che vi studiano e che non si limiti a sfornare titoli cartacei che non possono essere spesi sul mercato del lavoro. E’ per questo motivo che sosteniamo la necessità che l’università diventi patrimonio di una riflessione pubblica che coinvolga istituzioni, forze economiche, forze sociali. Non potrà mai essere nostra l’idea di un circolo ristretto che governa attraverso una “diplomazia riservata” la pura e semplice difesa dell’esistente.  

4.    Impresa, lavoro: un unico progetto di sviluppo 

L’economia riminese vive un momento difficile. Il Rapporto sull’Economia della Provincia di Rimini 2010/2011 presentato dalla Camera di Commercio, fotografa una realtà problematica. Quella che emerge, in primo luogo, è il permanere di una forbice (che riflette dinamiche più ampie) tra una modesta ripresa economica (la previsione di crescita per è dello 0,5% annuo, contro un valore atteso del 1,1% per l’Emilia Romagna) ed il mercato del lavoro dove si attende, nel 2013, un tasso di disoccupazione a livello provinciale del 9,3% contro l’8,8% del 2010. Gli stessi dati della Cassa integrazione Guadagni confermano la grande sofferenza occupazionale generata dagli effetti della recessione economica: le ore autorizzate (sommando Cassa Integrazione Ordinaria, Straordinaria e in Deroga) nel 2010 sono 7 milioni 900 mila, con un incremento del 145% rispetto al 2009. I lavoratori iscritti nelle liste di mobilità, nel 2010, conoscono un incremento del 5,5% rispetto al 2009. Per quanto riguarda le imprese il 2010 segna a livello provinciale un lieve incremento dello 0,4% (con una flessione del numero di imprese dell’artigianato). Dati aridi, dietro ai quali stanno però persone in carne ed ossa, famiglie in difficoltà e giovani che faticano a costruirsi un futuro. E’ evidente che un quadro di riferimento come questo richiami uno sforzo straordinario della nostra comunità. Ed è evidente che l’istituzioni debbano fare per intero la propria parte. E’ emblematica, in questa prospettiva, proprio l’analisi dei dati relativi al turismo. Il turismo, in un contesto internazionale difficilissimo, tiene. Tiene e segna il dato straordinario di un terzo di presenze annuali attribuibili a congressi e fiere. E’ questo l’esito di uno sforzo straordinario compiuto dal pubblico per mettere in campo infrastrutture di eccellenza che hanno saputo generare ricchezza e lavoro. Ma non possiamo sederci sugli allori, i tempi davvero non lo permettono. La maggior parte delle nostre imprese sono di piccole dimensioni, con pochi addetti e a gestione familiare. I settori trainanti continuano ad essere il turismo, alcuni settori del manifatturiero e quelli del terziario connesso ai servizi alla persona e alle imprese. Lo sforzo da compiere è quello di mettere in campo uno sforzo condiviso che metta in campo azioni utili e concrete. Il Comune deve fare uno sforzo per mettere in condizione l’impresa di riprendere fiducia e capacità di aggredire i mercati. Le imprese necessitano di un territorio competitivo, dinamico governato da politiche territoriali integrate. Sviluppo economico e coesione sociale sono sullo stesso piano. Il primo deve produrre la seconda; la seconda non è perseguibile in assenza del primo. Qualità urbana, sicurezza, semplificazione amministrativa, valorizzazione dei centri storici e valorizzazione dell’identità dei centri costieri riminesi, sostegno ai consorzi fidi che consentano un accesso agevolato al credito per l’impresa locale, norme urbanistiche che permettano di consolidare la destinazione alberghiera e di incrementare le funzioni di servizio dell’accoglienza e della qualità ambientale, contrasto alle dinamiche della rendita immobiliare….sono alcune leve che intendiamo muovere con risolutezza al servizio dell’economia e della società locale.   

5.    Energie nuove a Rimini: rinnovabili e servizi primari per uno sviluppo nuovo

 

Condivisa è un’idea dello sviluppo che deve fare ripartire Rimini dai punti alti raggiunti da altre realtà europee dove la “green economy” praticata e non parlata sta costruendo le migliori premesse per uscire dalla crisi e delineare un futuro dove qualità della vita, benessere delle persone e dell’ambiente, si tengono assieme ad un’economia salda e in salute. E’ la Germania che cresce, ed investe in energie alternative sviluppando ricerca e creando lavoro, il punto di riferimento e non l’idea scellerata e miope che sta inseguendo il Governo Italiano: tagliando gli incentivi al fotovoltaico, all’eolico e rilanciando la follia nucleare. L’idea della nuova direzione di Rimini è quella di una città che recuperi socialità, qualità urbana e ambientale, l’idea stessa del mare come risorsa e come valore aggiunto del territorio, avviando in concreto la separazione della rete fognaria secondo quanto prevedono gli atti recentemente approvati dal Consiglio Comunale di Rimini. Per quanto riguarda il sistema fognario, considerata proprio la naturale vocazione turistica della nostra città, l’obiettivo primario può tradursi in azioni orientate al miglioramento delle acque di balneazione. In questo caso l’Amministrazione Comunale dovrà mettere in campo sinergie fra la sfera pubblica e privata, anche regolarizzando gli allacci impropri (attualmente circa 32.000 nel Comune) in quanto sarebbe inutile separare la rete pubblica e lasciare che gli allacci privati scarichino le acque bianche nella rete nera e viceversa.

In merito alla gestione dei rifiuti urbani occorre rapidamente superare tutti gli indugi e le perplessità connesse al sistema di raccolta differenziata. Direttive Comunitarie, Leggi nazionali e Piani Regionali e Provinciali hanno oramai da tempo individuato sfidanti obiettivi da raggiungere nel livello di raccolta differenziata: in questa direzione dovranno essere orientate tutte le azioni della Amministrazione comunale e del soggetto deputato alla realizzazione del servizio. Tutte le azioni possibili per raggiungere e superare l’obiettivo del 65% di raccolta differenziata, anche in anticipo rispetto al periodo prefissato (fine 2012), dovranno essere introdotte con la massima attenzione alla partecipazione consapevole dei cittadini. Particolare attenzione dovrà essere data anche alla valorizzazione del verde urbano, di grande importanza per il miglioramento della qualità della vita nella città sia dal punto di vista ecologico-ambientale che socio-culturale. Attraverso la ridefinizione dell’identità e finalità delle aree verdi, a volte veri e propri “monumenti naturali”, si possono realizzare percorsi di conoscenza, di informazione e svago accrescendo la loro funzione ricreativa e sociale; in questo modo essi si rendono più vivibili e a dimensione degli uomini e delle famiglie fornendo un fondamentale servizio alla collettività. La gestione del verde può consentire inoltre la formazione di professionalità specifiche in particolare per lo sviluppo di progetti atti a implementare il commercio e l’eco-turismo in ottica sostenibile. La riqualificazione del verde urbano fornirà ai riminesi un modo nuovo di scoprire e vivere la città, di riappropriarsi degli spazi a loro familiari rafforzandone il senso di appartenenza; le aree verdi dovranno sempre di più essere considerate un polo di attrazione e un centro di aggregazione per vivere momenti di svago, relax e informazione in mezzo alla natura. Sul fronte dell’energia, la direttiva 2006/32/CE, detta direttiva del 20-20-20, pone i seguenti obiettivi: ridurre del 20% il consumo di energia, aumentare del 20% l’ efficienza energetica, aumentare del 20% l’ energia proveniente da fonti rinnovabili. Il consumo di energia collegato alla costruzione degli edifici costituisce il 40% sul totale dell’ energia consumata, il resto è costituito dai trasporti e dall’ industriale. La maggior parte degli edifici esistenti costruiti negli anni 50-70 sono in classe G, i nuovi edifici sono quasi tutti in classe C o D; è necessario un impulso per invertire il modo di costruire, rendendolo più virtuoso dal punto di vista del risparmio energetico ed è necessario migliorare l’ efficienza energetica degli edifici esistenti.

6.    Rimini sicura: la legalità come valore civico

Le cronache di questi mesi hanno segnalato più di uno scricchiolio rispetto ad un tema delicatissimo come quello della presenza della criminalità organizzata nel nostro territorio.Non ha molto senso dividersi tra allarmisti e “rassicuratori”: ha senso dire con chiarezza che chi minaccia legalità,  legalità economica e sicurezza, a Rimini non può e non deve avere diritto di cittadinanza. La tenuta sociale, civile ed economica del nostro territorio ha sempre retto su questo presupposto e sulla capacità della nostra comunità, istituzioni in testa, di reagire di fronte al manifestarsi di segnali di pericolo e di degrado. Sappiamo però che è lo stesso dinamismo del tessuto economico riminese ed il suo essere fortemente ancorato ad un modello di “impresa diffusa”, il suo alto livello di ricchezza mobiliare ed immobiliare, a renderci un polo di attrazione di cittadini ed imprese provenienti da altri contesti territoriali (nazionali ed internazionali) talora portatori di interessi illeciti e investimenti non sempre trasparenti e rispetto ai quali occorre rafforzare controllo sociale e azioni di contrasto. La stessa permeabilità mostrata da norme inadeguate che hanno regolato per anni in particolar modo i flussi finanziari attraverso la Repubblica di San Marino hanno rappresentato una fragilità che è necessario contrastare: non con la politica di “strangolamento” indistinto perseguita dal Governo Italiano (e che mette a rischio imprese sane e lavoro, con ricadute preoccupanti anche per il nostro territorio) ma con la condivisione di regole che consentano allo Stato sammarinese di affermare pienamente valori di legalità e trasparenza. E al tempo stesso non si possono chiudere gli occhi di fronte alle “complicità” di ceti professionali e imprenditoriali del nostro territorio che si sono prestati a fare da mediatori attivi ad operazioni poco limpide. Lo stesso sistema bancario locale, che ha conosciuto vicende anche poco esemplari, deve mostrare maggiore reattività e capacità di controllo (come del resto previsto dalle norme) di fronte ad operazioni “sospette”. Per quanto riguarda il Comune di Rimini vi è piena convinzione circa l’attivazione di tutte le competenze per favorire la massima legalità a partire dalle procedure d’appalto dove non saranno effettuati nella maniera più assoluta appalti al massimo ribasso. Un tema questo, quello degli appalti pubblici, dove si può dare un contributo a legalità economica (compreso quella che riguarda il lavoro) e sicurezza dei lavoratori. La sicurezza dei cittadini che passa anche attraverso la promozione di una qualità della vivibilità del contesto urbano, è per noi un diritto primario che deve essere garantito concretamente nel territorio dove si lavora e si vive. Un valore fondamentale per la comunità civile e per quella economica e che diventa ancora più essenziale in un territorio a vocazione turistica. In questo senso intendiamo riaffermare l’importanza del Comitato Provinciale per la Sicurezza e l’Ordine Pubblico come luogo di collaborazione e coordinamento tra Comune e Forze dell’Ordine. In questo contesto riteniamo utile potenziare lo strumento della videosorveglianza come deterrente al crimine e assumere con rigore provvedimenti utili a contrastare lavoro irregolare, abusivismo commerciale e contraffazione delle merci. Tutto ciò accompagna lo sforzo nella direzione della rivisitazione radicale del ruolo della Polizia Municipale, non più ‘addetto alle multe’ ma operatore della sicurezza e del rispetto delle regole del vivere civile al servizio della città e degli ospiti 24 ore al giorno. Per fare questo occorre uno sforzo dell’Amministrazione Comunale nella riorganizzazione e nella rimotivazione del Corpo, sia per quanto riguarda la definizione delle priorità di azione e intervento, sia per l’implementazione della pianta organica sia per il superamento dei contenziosi in essere sulla base di progetti mirati alla risoluzione di problematiche di ordine pubblico.

LA PROPOSTA PROGRAMMATICA

 

1.      COMUNE: riorganizzazione degli orari di apertura degli uffici comunali secondo quelle che sono le specificità del settore in rapporto alle esigenze dell’utenza: ciò per coprire l’intero arco della giornata lavorativa dalle 7.30 alle 19.30. Stesura nei primi sei mesi di mandato di un’analisi tecnica sul tema della migliore connessione tra servizi comunali e città. La Biblioteca comunale aperta nei giorni feriali fino alle ore 23.

2.      MACCHINA COMUNALE: indennità di rendimento per i dirigenti legata al raggiungimento degli obiettivi fissati a inizio anno e alla soddisfazione dei cittadini per i singoli servizi, da testare attraverso iniziative periodiche di customer satisfaction.

3.      FISCALITA’: pressione tributaria inalterata per l’intero mandato. Allargare il protocollo d’intesa con gli organi addetti (Guardia di Finanza, Agenzia delle Entrate) per l’emersione dell’evasione e dell’elusione fiscale. Nel caso in cui risultassero mendaci le dichiarazioni dei redditi utilizzate per ottenere esenzioni e/o agevolazioni dai servizi comunali, oltre alla segnalazione all’Agenzia delle Entrate, il Comune provvederà sistematicamente alla segnalazione alla Procura per reato contro la pubblica amministrazione.

4.      CONTROLLO LAVORI PUBBLICI: creazione di un nucleo di controllo all’interno del settore Lavori Pubblici che verifichi la corretta esecuzione degli interventi pubblici e interventi privati su suolo pubblico, con contestazione nel caso in cui i lavori non siano eseguiti a regola d’arte. Il nucleo provvede al controllo immediatamente dopo l’esecuzione dei lavori, quindi a 6 e a 12 mesi per verificare l’adeguata tenuta dell’intervento svolto. Il nucleo valuta anche le misure preventive che garantiscano il minor impatto alla città e ai cittadini durante l’esecuzione dei lavori (orari, non accavallamento con svolgimento di altri interventi o eventi etc.).

5.      TRASPARENZA: pubblicazione on line dei dati patrimoniali (reddito, proprietà, partecipazioni azionarie e societarie) aggiornati di sindaco, assessori, consiglieri comunali. Pubblicazione on line delle retribuzioni dei dirigenti, con indicazione dei giudizi annuali propedeutici alla premialità di rendimento. Tutti gli atti dell’amministrazione on line (albo pretorio on line). Adozione del codice etico del pubblico dipendente. Pubblicazione in tempo reale degli atti relativi a incarichi, consulenze, progettazioni etc. Pubblicazione on line dei bilanci delle società partecipate.

6.      PARTECIPAZIONI: indicazioni dei rappresentanti nelle partecipate sulla base di competenze specifiche e non di appartenenza politica e/o partitica. Governance omogenea delle partecipazioni strategiche nello sviluppo del territorio e piano razionale di dismissione di quelle non prioritarie al fine da liberare risorse economiche per gli investimenti.

7.      DECORO E ESTETICA URBANA:  revisione radicale del regolamento occupazione del suolo pubblico, con indicazione di criteri esteticamente omogenei e in linea con le caratteristiche delle specifiche aree per la realizzazione di strutture precarie (gazebo, dehors). Istituzione di un ufficio del decoro e dell’estetica urbana, unico referente per la valutazione preventiva dei progetti e per l’iter autorizzativo.

8.      RETE DI VOLONTARIATO CIVICO: il rapporto fra cittadini e istituzioni si logora, o si esalta, soprattutto su questioni che riguardano il territorio e la qualità urbana, il decoro, la vivibilità della città, le piccole manutenzioni.  La ‘rete del volontariato civico sul territorio: veri e propri “gruppi di volontari nei quartieri”  permetterà un nuovo civismo,  opportunità di auto-organizzazione, ricostruire ambiti di rappresentanza istituzionale più snelli e vicini alla gente attraverso assemblee e laboratori di quartiere. Attivare luoghi e azioni concrete di socializzazione e qualificazione urbana. La mia proposta è di stanziare 500.000 euro all’anno e costituire dal basso squadre civiche sul territorio, “gruppi di volontari nei quartieri” che in tempo reale possano mettere mano, senza lungaggini burocratiche, alle cosiddette ‘piccole cose’. Un modo anche per riprendersi un luogo e renderlo più sicuro.

9.      ARTE CONTEMPORANEA: riorganizzazione del sistema delle concessioni delle sale per esposizioni attraverso uno schema concentrico orientato a ubicare negli spazi pregiati della città gli eventi a maggiore attrattività culturale. Un pool di esperti di settore affiancherà gli uffici comunali competenti nella valutazione di merito dell’evento proposto.  Realizzazione nell’arco del mandato del padiglione di arte contemporanea RAM, nell’ambito del programma di sviluppo del polo culturale compreso sull’asse Biblioteca Gambalunga, Domus del Chirurgo, Museo della Città. Realizzazione della rete dell’arte contemporanea. Un moderno museo “Site Specific”: luoghi diversi della città che sul modello delle esperienze culturali artistiche internazionali più avanzate diventano contenitori temporanei in rete per ospitare e produrre atti e eventi artistici (Dalle piazze a luoghi pubblici e privati, università e spazi diversi) 

10.   CONTENITORI CULTURALI: Biblioteca Gambalunga, Domus del chirurgo, Museo della Città e, in futuro, Casa del Cinema, ex Macello, cinema Astoria, compongono i lati di una rete culturale, fortemente orientata alla contemporaneità e in dialogo (non in competizione) con gli interventi compiuti o in essere sulla Rimini antica. Verranno sviluppate azioni per rilanciare Rimini come laboratorio della creatività,

11.   FEDERICO FELLINI/PROGETTO CINEMA: In sinergia con la nuova Fondazione Fellini e l’Istituto Valloni, l’obiettivo deve essere quello di inaugurare la nuova Casa del Cinema entro il 31 ottobre 2013, ventesimo anniversario della scomparsa del Maestro. Va lanciato il tema della ‘smusealizzazione’ della figura di Fellini attraverso un programma che miri a portare nella città i segni della sua vita e delle sue opere e soprattutto della sua eredità culturale ispirata alla libertà e all’apertura alle più innovative contaminazioni culturali e sociali. In questo senso parallelo corre il progetto di fare di Rimini un luogo favorevole per la realizzazione di film, fiction, spettacoli attraverso l’istituzione di una ‘Film Commission Rimini’ (sportello che agevoli iter burocratici e accoglienza per produzioni) che promuova i luoghi e le eccellenze del territorio.

12.   WI-FI: copertura wireless libera e gratuita per tutti i cittadini ed i turisti entro la fine dell’anno.  In tutte le piazze, nei parchi e nei principali punti di aggregazione di Rimini, ad un costo per l’Amministrazione di poche centinaia di euro, entrerà in funzione questo progetto. L’accesso a Internet sarà a costo zero in centro, nella marina e nell’entroterra.

13.   CENTRO STORICO/BORGHI: l’obiettivo di fondo è avere in centro più gente e meno auto. Le prime iniziative saranno orientate a riportare la vita e le funzioni principali, a seguito di un incremento dei residenti da raggiungersi attuando il Piano strutturale. Realizzarlo è possibile attraverso le coordinate del Piano Strutturale  con il frazionamento degli edifici e la loro riqualificazione. Quelli con tre, quattro appartamenti da 200 metri bisogna ristrutturarli e realizzarne nuovi, più piccoli e accessibili. Riparte l’edilizia senza consumo del territorio, si mette una funzione (tornare ad abitare) in centro.

14.   L’ANELLO DELLE NOVE PIAZZE: la città deve essere circolare, fatta di centri concentrici comunicanti tra loro 24 ore al giorno. Il centro storico di Rimini è uno di questi cerchi, caratterizzato da una serie di nuovi spazi aperti all’incontro, sinora utilizzati impropriamente. La prima piazza sarà ‘L’Isola della cultura’, a seguire l’idea prevede le Piazze dell’ingegno, il largo delle erbe, nuova Piazza San Bernardino, nuova piazza e riqualificazione Sigismondo e sant’Agostino, Piazza d’Arme e Piazza Malatesta, i bimbi e le mimose, nuova piazzetta San Martino, nuova piazzetta Zavagli. Il primo anello è quello delle nove piazze, il secondo quello mura Malatestiane e il terzo quello dei Borghi.

15.   PATRIMONIO STORICO-ARTISTICO: Il restauro del Teatro Galli- che verrà completato entro il 2014 – sarà in grado di segnare anche simbolicamente la rinascita del centro di Rimini. I Comitati d’area e dei Borghi saranno parte attiva delle attività d’intrattenimento e di fruizione del centro attraverso la definizione di un concreto protocollo di azioni pubbliche e private da completare entro il mandato. Entro il 2013 dovrà essere ripavimentata la seconda parte di Corso d’Augusto (piazza Cavour/Ponte di Tiberio), rendendola fruibile senza pericoli a biciclette e pedoni. Sarà ridefinito il regolamento per le autorizzazioni al transito in centro, in modo da rendere almeno meno frequente il verificarsi di episodi caotici o di parcheggio selvaggio.

16.   RIQUALIFICAZIONE TESSUTO COMMERCIALE: il ripopolamento del centro storico dovrà innescare il circolo virtuoso della riqualificazione del tessuto commerciale, ora resa difficoltosa soprattutto a causa del problema affitti. Il Comune proporrà un pacchetto di agevolazioni tributarie e tariffarie (suolo pubblico, rifiuti) per un biennio al fine di sostenere chi decide di investire nella fase di start up aziendale. L’anello del centro storico si allarga ai borghi. L’obiettivo è la realizzazione di una cerniera di parcheggi lungo la corona dei borghi e dell’area urbana centrale della città. Poli scambiatori e parcheggi di accostamento con l’obbiettivo di passare dagli attuali 2270 a 5538. Verrà lanciato e definito nel primo anno di legislatura il progetto “Primo Chilometro”: individuazione di cento azioni concertate che a partire dal punto centrale di Piazza Tre Martiri  per un raggio di un chilometro promuovono progetti che vanno dalla segnaletica al collegamento con parcheggi scambiatori ad aree attrezzate  per l’uso gratuito di biciclette, etc. Sul fronte mare, occorre rilanciare il rapporto con la Regione per i contributi per la riqualificazione degli assi commerciali a mare. La riqualificazione dei lungomari avverrà attraverso progetti di rilancio delle funzioni di servizi e del commercio.

17.   CIRCONVALLAZIONE VERDE: una capitale europea che guarda e impara a spostare il 10% di traffico annuo dall’auto a mezzi alternativi, pubblici, elettrici e mezzi ciclabili. Lo fa con due autostrade verdi, (raggi verdi) che l’una dal V Peep, passando dal Palacongressi, l’Arco, il Parco Cervi, sottopassando via Roma arriva al mare. L’altra risalendo il Marecchia, dal Porto incontra il Ponte di Tiberio, il centro storico, fino alla zona produttiva della via Emilia, prosegue per l’Ina Casa e seguendo l’Ausa arriva fino ai Padulli e la Grotta Rossa. L’obiettivo dei cinque anni è quello di passare dagli attuali 70 a 140 chilometri reali di piste ciclabili, tutte in rete e dunque efficienti e ben collegate.

18.   IMPIANTI SPORTIVI: realizzazione della piscina olimpica in un polo attrezzato e polivalente tramite rapporto pubblico-privato;  riqualificazione totale dei campi sportivi e da calcio esistenti, con rapporto pubblico/privato e scelta di bilancio dichiarata: da risorse solo per gestione  e promozione a spese per investimenti,  1.000.000 all’anno per il decennio 2011-2021. Palestra a cielo aperto che preveda parchi urbani attrezzati per la pratica sportiva. A partire dal mare alla spiaggia, all’asta fluviale del Marecchia e a quella dell’ex corso Ausa fino al  parco PEEP. Luoghi attrezzati con investimenti leggeri.  Realizzazione de “La Circolare dello sport”(dopo le storiche Circolari 18 e 19). Nuova linea di autobus che collega tutti i centri sportivi riqualificati. Verrà destinato  almeno 1 milione e mezzo di euro all’anno allo sviluppo di questa idea di sport, anche perchè le ultime ricerche statunitensi dicono che 1 euro investito in attività sportiva significa risparmiarne 10 in servizi sanitari nell’arco di soli quattro anni.

19.   STADIO: per quanto riguarda il ‘Neri’, si deve realizzare una struttura polifunzionale, in cui oltre al campo di calcio trovino spazio altre discipline sportive e servizi per le persone e la comunità come luoghi d’incontro e spazi relazionali, palestre, centri benessere, servizi commerciali, ristorazione, da quella del territorio a quella ‘bio’, spazi per lo spettacolo dal vivo, concerti. Per raggiungere questo, che sarà senza alcun dubbio un obiettivo prioritario di mandato, non si deve scartare a priori l’idea di un investimento e/o un contributo anche con risorse pubbliche nell’ottica di una riqualificazione di comparto urbano che va dal vecchio palazzetto a via Ugo Bassi.

20.   I 300 METRI: scuole, servizi sanitari, rete di piccola distribuzione commerciale, centri sportivi, aree verdi sono elementi che devono caratterizzare la vita di ogni parte urbana, sia essa a un metro o a 10 chilometri dalla sede comunale. Entro il mandato il 90% della popolazione riminese a 300 metri da casa dovrà avere un‘area verde, un mezzo pubblico e una pista ciclabile e la città il 10% in meno di traffico da auto all’anno. E’ già una realtà a Stoccolma, deve diventarlo a Rimini con le coordinate del piano strategico e l’azione del piano strutturale e del prossimo POC (piano operativo comunale).

21.   MOBILITA’/TRASPORTO PUBBLICO:  bisogna  riequilibrare il rapporto tra trasporto privato e quello pubblico, oggi sbilanciato a favore del primo. Il potenziamento del trasporto pubblico passa attraverso la realizzazione del Trasporto rapido costiero; questo toglierà dalle strade principali 25 mila auto private all’anno, con enormi benefici anche dal punto di vista ambientale. La linea del Trc ha però bisogno di essere completata dai raccordi di mobilità e urbani nei 15 punti di snodo (stazioni) che dovranno trasformarsi in vere e proprie postazioni multifunzionali/nuove piazze urbane per il cambio di mezzo verso le aree centrali e di aggregazione della città, con una sistematica attenzione all’impatto estetico e alla riqualificazione urbana.  La riqualificazione urbana delle varie frazioni da nord a sud ripartirà anche nell’impostazione delle nuove piazze /stazioni a partire dagli elementi identitari del luogo (es: Viserba delle Acque) L’agenzia che ha in carico il trasporto pubblico a Rimini deve ripensare radicalmente il suo piano industriale, legandolo all’aggiornamento in tempo reale degli snodi di maggiore fruizione del pubblico, adeguando il pagamento delle tariffe a sistemi non disagevoli per il cittadino. I punti di maggiore aggregazione dovranno essere serviti da mezzi di trasporto ecologici e caratterizzati anche esteticamente.

22.   MOBILITA’/TRASPORTO PRIVATO: le intersezioni lungo la Statale Adriatica rimangono di gran lunga il problema principale della viabilità riminese. Occorre sbloccare le rigidità del Patto di Stabilità per mettere mano all’incrocio tra Statale e Superstrada e tra Statale e via Montescudo/Coriano, interventi peraltro già finanziati e pronti a partire. L’asse di via Roma, che offre un’alternativa concreta al transito sull’Adriatica nel tratto tra Rimini e Riccione, dovrà essere completato entro il 2012. Verranno realizzati assi di collegamento verticale protetti da monte a mare come ad esempio quello che collegherà i casetti, il polo scolastico di via Covignano, Porta Montanara.

23.   MOBILITA’/IL PONTE DI TIBERIO: si tratta dello snodo viario più delicato e ‘fragile’ della città e va risolto non con una chiusura ma un intervento strutturale che miri a valorizzare l’intero quadrante che dall’Arco d’Augusto approda a San Giuliano. Va definita nel primo anno di mandato la soluzione tecnica che, oltre al sottopassaggio per il transito dei mezzi, preveda contestualmente un adeguato sistema di parcheggi e una riqualificazione complessiva. L’obiettivo è quello di rendere definitivamente pedonabile il Ponte di Tiberio nel 2014, bimillenario della sua costruzione.

24.   MOBILITA’/AREE DI SOSTA: il piano della sosta, già approvato, prevede che nell’arco di un quinquennio l’offerta di parcheggi venga così incrementata: i parcheggi attualmente compresi tra centro e borghi passino da 2270 a 5538; venga triplicata l’odierna offerta dei parcheggi di attestazione e/o scambiatori, arrivando a una disponibilità complessiva di 17.500 posti.

25.   MOBILITA’/AEROPORTO: dotare Rimini di un aeroporto di rango internazionale nei collegamenti con tutta Europa è un punto irrinunciabile per la città . L’obiettivo di Rimini per i prossimi 10 anni è il rappresentare essere un punto avanzato dell’internazionalizzazione dell’Emilia Romagna. Una porta naturale sull’Adriatico, uno snodo da dove fare arrivare persone dall’Europa e da tutto il mondo, passeggeri che sbarcando in Romagna possono trovare le prime opportunità di turismo, ma anche lavoro, cultura, etc, proprio lungo l’asse della via Emilia. Pur nella scarsità di risorse, l’Aeroporto di Rimini è una scelta prioritaria per le politiche del Comune capoluogo. Rimini deve sfondare il muro del milione di passeggeri annui, da Berlino, Mosca, Copenhaghen e tutte le altre nuove destinazioni”.

26.   PORTO: Rimini deve riconquistare il suo mare, al quale troppo spesso si è voltato le spalle. Lavorare sui tratti identitari della nostra città, significa valorizzare la risorsa mare e le importanti funzioni della pesca e della marineria con il suo mercato ittico, identità di un borgo storico che ha una lunga tradizione marinara. In questo senso credo sia opportuno pensare alla riqualificazione complessiva dell’area del porto come una delle priorità della Rimini del futuro. Tre le funzioni principali legate l’una all’altra: la funzione identitaria (la palata luogo del passato/presente/futuro dei riminesi), la funzione commerciale caratteristica con prospettive di attrattività turistica (il mercato del pesce appena pescato), la funzione artigianale (spazi adeguati alla cantieristica e ai maestri d’ascia).

 27.   RISORSA MARE, RISANAMENTO AMBIENTALE: L’idea della nuova direzione di Rimini è quella di una città che recuperi socialità, qualità urbana e ambientale, l’idea stessa del mare come risorsa e come valore aggiunto del territorio, avviando in concreto la separazione della rete fognaria secondo quanto prevedono gli atti recentemente approvati dal Consiglio Comunale di Rimini. Per quanto riguarda il sistema fognario, considerata proprio la naturale vocazione turistica della nostra città, l’obiettivo primario può tradursi in azioni orientate al miglioramento delle acque di balneazione. In questo caso l’Amministrazione Comunale dovrà mettere in campo sinergie fra la sfera pubblica e privata, anche regolarizzando gli allacci impropri (attualmente circa 32.000 nel Comune) in quanto sarebbe inutile separare la rete pubblica e lasciare che gli allacci privati scarichino le acque bianche nella rete nera e viceversa. Da città sul mare a città di mare, riprendersi la cultura del mare incrociando il risanamento ambientale, la cultura della risorsa mare con la riqualificazione di tutti gli assi del lungomare a partire da una visione integrata e strategica della città e non da interventi  al di fuori di questa.

28.   NUOVE IMPRESE: se l’asse principale dell’azione amministrativa deve essere l’innovazione l’Amministrazione Comunale avrà anche il compito di promuovere e sostenere la creazione di nuove imprese facendo leva sul potenziale innovativo sviluppato nei centri di ricerca del territorio costituiti dai poli tecnologici. Dobbiamo pensare ad un soggetto che: seleziona idee imprenditoriali con un elevato potenziale di crescita, offre assistenza gratuita a chi intende intraprendere un’iniziativa imprenditoriale ad alto contenuto di conoscenza e sostiene le imprese nei primi difficili anni dello start-up. Offre a chi intende investire in business innovativi un ricco e selezionato portafoglio di opportunità, aiutando gli investitori nel processo decisionale e assicurando assoluta riservatezza nelle trattative. Offre a manager e professionisti la possibilità di conoscere e collaborare con imprese che hanno elevate prospettive di crescita.

29.   PARI OPPORTUNITA’: la questione delle pari opportunità è prima di tutto una questione di democrazia. E’ inutile fare ragionamenti sulla rappresentanza e sulla partecipazione se non partiamo dalle questioni di genere. Garantire che nei luoghi di Governo della cosa pubblica ci sia il contributo delle donne rappresenta un modo concreto perché la città cresca e si sviluppi avendo a riferimento le esigenze delle donne Riminesi. Da qui la scelta di garantire, tra gli organi amministrativi diretti e quelli degli Enti e/o società partecipati, uguale rappresentanza di genere. Sicuramente non partiamo da zero, ma c’è comunque da recuperare investendo di più in progetti che sappiano far ri-conciliare Rimini con i tempi e la vita delle riminesi. Ecco perché è mia intenzione andare più a fondo  sulla questione istituendo una specifica delega alla Conciliazione.

30.    SICUREZZA E POLIZIA MUNICIPALE: va ricostruito il rapporto sfilacciato con il Corpo della Polizia Municipale attraverso incentivi a progetti che diano il segno di una effettiva presenza sul territorio dell’Istituzione lungo l’intero arco della giornata. Presidi mobili e fissi nei punti di maggiore aggregazione (spiaggia compresa) a tutela della sicurezza e del decoro, un servizio quotidiano di vigilanza lungo arterie viarie di penetrazione negli orari di entrata (7.30/8.30) e uscita (17.30/18.30) dalle attività lavorative, servizi settimanali specifici per il contrasto di sentite problematiche di ordine pubblico (guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, prostituzione etc.); sono alcune delle attività che dovranno caratterizzare il nuovo ruolo dell’agente di Polizia Municipale ‘amico’ della città e dei cittadini. Va rilanciato il tema di una cultura diffusa della legalità in ambito economico e lavorativo. Ciò in sistematica concertazione con gli Organi di Polizia e gli Enti locali, attraverso il Comitato per l’ordine pubblico della sicurezza. Sottoscrizione del protocollo della legalità.  Il Comune orienterà il lavoro del suo sportello unico anche per conoscere le dinamiche di mercato e gestionali delle strutture (caratteristiche della gestione: proprietaria/locazione/affittanza; provenienze territoriali e nazionalità nuovi proprietari o affittuari/gestori; accentuato turnover gestionale per alberghi e r.t.a.; distribuzione delle strutture “critiche” in base alla classificazione, etc.).

31.   ANZIANI: il grande obiettivo per i prossimi 5 anni è quello della socialità. Significa potenziare e mettere in rete le attività dei 9 centri sociali sul territorio comunale; rafforzare l’assistenza domiciliare, sperimentandone anche nuove forme che permettano alle famiglie di potere tenere l’anziano in casa serenamente; sviluppare finalmente un programma dettagliato che abbia l’obiettivo di coinvolgere la popolazione over 65 in attività di pubblico servizio, soprattutto legate al rapporto con le giovani generazioni.

32.   HANDICAP E DISAGIO SOCIALE: l’obiettivo è quella di non avere una città separata o preclusa ad alcuno. Bisogna rilanciare il lavoro della commissione barriere architettoniche al fine di prevedere in ogni nuovo intervento, sia pubblico che privato, l’assoluto abbattimento degli ostacoli fisici che impediscono la libera fruizione della città. Va pianificato, nell’ambito dei luoghi più frequentati, un programma di riqualificazione urbana specificatamente orientato all’abbattimento delle barriere architettoniche presenti. Il Comune di Rimini, attualmente, eroga un monte di 8 milioni di euro tra agevolazioni, esenzioni e contributi diretti verso persone che hanno difficoltà o sono marginalizzate (economica, sociale, lavorativa). Queste risorse vanno prioritariamente confermate anche per i prossimi 5 anni, non erodendo un euro a misure che danno l’esatta cifra di una città solidale, altruistica, che non lascia indietro nessuno.

33.   SCUOLA: Il primo obiettivo dev’essere “liste d’attesa zero” per la fascia 0-3 anni, offrendo entro il 2016 un’offerta di 1500 posti (contro i 960 attuali) nei nidi. Nostro dovere è incentivare gli asili nido, puntando sulla qualità e permettendo ai genitori – grazie all’aumento dell’offerta privata e pubblica – di poter trovare posti
per i propri figli, e di poter scegliere il luogo più adatto per la crescita del bambino ed più vicino casa. A Reggio Emilia il rapporto fra nidi pubblici e privati è attorno al 50%: a Rimini dobbiamo procedere con lo stesso metodo, attraverso convenzioni con la cooperazione, le parrocchie, le imprese, i luoghi di lavoro, e tutti quelli che hanno a cuore l’educazione. L’edilizia scolastica dev’essere la via per mostrare la qualità: si costituirà un gruppo fisso formato da muratori, falegnami, imbianchini, elettricisti ed idraulici che continuamente possa monitorare quotidianamente le scuole a fornire quell’assistenza quotidiana per risolvere velocemente i problemi e migliorare sensibilmente il confort. . Inoltre, ogni anno destineremo specifici fondi in modo che in cinque anni tutti gli 80 edifici delle scuole riminesi possano ricevere almeno un intervento importante o la ristrutturazione di cui hanno bisogno da lungo tempo. Verranno inoltre informatizzate tutte le scuole: un computer su ogni banco, ogni scuola su internet. Nonostante i tagli selvaggi del Governo, manterremo il nostro impegno sul sostegno all’handicap.

34 CASA: Con il nuovo PSC  sono destinati all’iniziativa pubblica superfici edificabili per circa 1000 alloggi. Su l’utilizzo di questa capacità edificatoria è mia intenzione utilizzare, oltre alle forme classiche    dell’edilizia residenziale pubblica,  forme innovative quali l’autocostruzione ed il co-housing.

35 GREEN ECONOMY: La sfida dell’economia verde. In Europa stiamo vivendo quella che Jeremy Rifkin ha definito la terza rivoluzione industriale, ossia un totale cambiamento di prospettiva sulle politiche energetiche. E protagonisti di questo cambiamento epocale sono proprio i territori. Rimini deve raccogliere questa sfida e rilanciare. La nostra città ha già attraversato una fase di sviluppo delle fonti rinnovabili, che ha creato nuove imprese e nuovi posti di lavoro e, al contempo, ha permesso ai cittadini di tagliare i costi delle bollette grazie agli incentivi. Ora bisogna porsi obiettivi più ambiziosi, proseguendo sulla strada dell’innovazione energetica. Occorrono regole semplici e trasparenti per l’approvazione di impianti da fonti rinnovabili, facilitazioni che incoraggino investimenti in progetti di piccole dimensioni per la famiglia, la piccola e media impresa, gli uffici pubblici, le scuole e la comunità. Le fonti rinnovabili debbono seguire un modello distribuito, per creare una vera democrazia energetica, che permetta a famiglie e imprese di risparmiare e di tagliare le emissioni di CO2. E’ quindi di una nuova cultura che le città hanno bisogno, quella stessa cultura di cui si nutre la green economy. Troveranno spazio anche iniziative di green culture: le case dell’acqua saranno diffuse omogeneamente sull’intero territorio riminese, la raccolta differenziata verrà rafforzata. Propongo l’istituzione di un forum riminese per le energie distribuite (F.R.E.D) che coinvolga tutti gli attori sociali, gli operatori economici che lavorano sulle energie rinnovabili al fine di concertare un vero piano per l’adozione e lo sviluppo di queste nuove forme di energie in grado di promuovere l’autoproduzione energetica, il piano per l’individuazione di siti dove collocare il fotovoltaico, etc.

 36  LA BUONA SOCIETA: L’adozione immediata del protocollo per la legalità al fine di combattere l’infiltrazione mafiosa nel territorio riminese e al fine di avviare misure per la prevenzione del crimine organizzato e la promozione della cultura della legalità. Nell’arco del primo anno di mandato realizzazione di un “piano per le nuove povertà”: avviamento di una strategia a partire dalla codificazione di azioni omogenee a favore di chi vive situazioni di estremo disagio.

4 risposte a Il programma

  1. Arnaldo Paci scrive:

    Ti ho ascoltato più volte illustrare il programma, prima e dopo averlo letto.
    Mi piace e mi piace l’enfasi e l’energia che ci metti nel dare voce alle parole scritte.
    Mi ritrovo in questo programma, mi piacciono l’approccio generale e nello specifico tutti i 36 punti programmatici.
    Nei vari incontri ai quali ho partecipato ho potuto constatare che anticipa le richieste e le aspettative dei cittadini tutti, persone fisiche e operatori economici di tutti i settori.
    Fai che non rimangano richieste inevase e aspettative deluse; fai in modo di “governare” davvero questa splendida realtà che è Rimini e di accompagnarla a essere, parafrasando una tua espressione, non un semplice puntino sul Mare Adriatico, ma ad avere un ruolo da protagonosta nelle complesse dinamiche economiche e sociali dell’area mediterranea e nell’Europa intera.

  2. marzia scrive:

    credo quanto voi a queste convincenti motivazioni, ho viaggiato e tutt’oggi lo faccio con piacere girando l’italia nei borghi e nella storia dalla nostra nazione, e ogni volta che torno nella mia città dico …ahh quanto ti amo, sei bellissima. . !!! La conosco da circa 40 anni, ogni vicolo dal centro storico alla periferia… mi rammarico sempre più per i miei figli che al contrario mio non possano vivere liberi la propria città…spero che i vostri intenti non siano figli di utopie già preesistenti e finiscano, a nostro malgrado, allo stesso e identico modo. Auguri

  3. marco scrive:

    Sarebbe stato bello, prima del giorno delle elezioni, avere modo di sapere anche COME intendete realizzare queste belle cose. La parola RIQUALIFICARE attira molto, forse più del COME RIQUALIFICARE. O sbaglio?

    • andrea scrive:

      Gentile Marco, non sbaglia. La sua osservazione è ragionevole, probabilmente siamo di fronte ad un risolvibilissimo problema di comunicazione. Nonostante io ce l’abbia messa tutta a spiegare il COME, incontrando gente, rappresentanti di categorie e soggetti sociali variegatissimi, illustrando loro idee e progetti sul web (cfr link “i 36 punti” su questo stesso sito…), durante assemblee pubbliche, incontri privati, mediante interviste a tutti gli organi di informazione locali, non è detto che il mio messaggio sia “passato”. Sono disponibilissimo tuttavia a chiarirle tutti i dubbi, perchè ritengo non ci sia nulla di peggio della mancanza di consapevolezza/informazione per un momento decisivo come quello elettorale. Attendo una sua specifica richiesta, a presto. Andrea Gnassi

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