Andrea Gnassi, candidato sindaco di Rimini per il centrosinistra, questa mattina ha partecipato in Piazza Cavour alla iniziativa sindacale indetta dal corpo della Polizia Municipale del Comune di Rimini
“Il corpo dei vigili urbani deve sentirsi finalmente una parte importante della macchina comunale. Deve diventare il front-office della amministrazione, della nuova ‘casa comune’. Così si affermano nuovi principi di responsabilizzazione, reciprocità, premialità e competenza. E’ una rivoluzione nella macchina comunale con nuove forme di partecipazione. Gli stessi dirigenti dovranno operare a tempo determinato su progetti e meccanismi di verifica.
Chiunque si candidi deve affermare un altro criterio di fiducia e rispetto, difendere il corpo della polizia municipale quando hanno ragione, essere rigorosi quando sbagliano. C’è un principio che non quadra: nei meccanismi di corto circuito tra i vari livelli dello Stato si chiedono soldi indietro per funzioni legittimamente esercitate nell’ambito di una contratto mai contestato o dichiarato illegittimo. Da qui si parte e io ho proposto anche di non fare speculazioni. Se vogliamo tradurre questo principio non facendolo pagare sulla pelle dei lavoratori, allora si fa un patto ‘all partisan’ con tutti i candidati sindaci per condividere tutti gli atti e le azioni che tutelino questi lavoratori. Sono convinto che si debba dare seguito all’ordine del giorno approvato a larga maggioranza dal Consiglio Comunale che impegna la Giunta a predisporre tutti quegli atti necessari a revocare la procedura di riscossione.
Inoltre è importante fare uscire la figura del vigile dalla rappresentazione di cui spesso è vittima: l’essere considerato vessatore, incastrato nella macchina comunale tra il martello del dirigente e l’incudine del cittadino. In una sociètà che ragiona in questo modo non ce la facciamo più. Bisogna offrire al corpo un nuovo ruolo di vicinanza ai cittadini. Bisogna attivare risorse che vengono da fondi regionali e nazionali e ridare fiducia e dignità ai nostri vigili. Chi fa proclami in Consiglio Comunale ed è lì da 20/30 anni non ha mai portato a casa niente”.
C’è del vero ma va anche puntualizzato che il Corpo riminese, diversamente da quanto avviene in altre città a mia diretta esperienza, con alcune personali eccezioni, non vuole, e non sa e non è capace di sentirsi vicino alla popolazione, preferendo assumere un atteggiamento di rigidità, di distacco e di onnipotenza che va registrato da tempo e che non aiuta nessuno.
Si può finalmente sapere quanti sono i Vigili, quanti uomini e quante donne, dove sono destinati in servizio (strada – uffici – altro), che turni fanno e da chi dipendono e quali direttive ricevono? E se sono integrati e in che modo con tutte le altre Forze dell’Ordine?
Se negli ultimi tempi non si vede nessuna pattuglia in giro, tranne UNA, e saltuariamente, in Piazza Tre Martiri, ci sarà una ragione…
e se sul ponte di Tiberio il traffico è INCONTROLLATO e la velocità di molti veicoli è un OLTRAGGIO al monumento e alla sicurezza ci sarà una ragione…
e se la verifica delle soste in centro e altrove è ASSOLUTAMENTE INCOMPRENSIBILE per modo, tempo, luogo e sistema, con scandalosa tolleranza e saltuaria rigidità e inflessibilità di intervento ci sarà una ragione…
A proposito, si può sapre quanti ricorsi al Giudice di Pace per divieto di sosta in centro sono stati prodotti negli ultimi cinque-dieci anni e quanti sono stati respinti?
A mio modesto e sommesso parere i VV.UU. devono fare un SERVIZIO PUBBLICO, hanno alti e legittimi impegni e poteri e pertanto devono considerare il loro esattamente questo, un SERVZIO e non un IMPIEGO.