Le pesanti irregolarità emerse dai controlli della Polizia Municipale di Rimini in alcune strutture d’infanzia private, ortano a una serie di riflessioni sul fatto in sé e sulle prospettive immediate e a medio termine di un servizio a tutti gli effetti primario. Insisto: dopo la realizzazione delle cosiddette grandi opere volano di sviluppo economico e lavoro, la grande opera del mio mandato è la qualità urbana e sociale dei luoghi in cui vivono i riminesi. Investire nei centri sociali per gli anziani e nell’impiantistica sportiva in ogni quartiere, si affianca all’obbiettivo certamente ambizioso che riguarda i posti negli asili nidi. La Rimini dei prossimi dieci anni ha l’urgenza di ridarsi un’identità precisa investendo in questo contesto. E’ un obbiettivo dichiarato e sostenibile.
Sarebbe un terribile errore se, a seguito di queste notizie, ci fosse chi pensasse strumentalmente di spingere il problema dell’offerta di asili nido e scuole materne nel solo recinto ‘sicuro’ dei posti in struttura pubblica. Non è questa la soluzione. L’offerta integrata di posti in strutture per l’infanzia è giustamente fondata sull’equilibrio tra posti pubblici e privati, in un rapporto chiaro, lineare, governato da regole inderogabili per ciò che riguarda lo standard del servizio. Il sistema integrato previsto dalla Regione è il punto di riferimento più alto in Italia. Tutte le strutture devono avere requisiti eccellenti, sia strutturali che funzionali, sia per la gestione dei contenuti, tant’è che il personale deve essere seguito dal coordinatore pedagogico.
Nel mio programma di mandato l’obiettivo concreto della ‘lista d’attesa zero’ si delinea su un numero – 1500 posti nei nidi contro i 950 attuali – e si concretizza nella realizzazione di nuove strutture pubbliche e nell’estensione delle convenzioni con soggetti privati. L’uno lavora a fianco dell’altro, in relazione virtuosa e ben bilanciata così come avviene in realtà pilota come i Comuni dell’Emilia, per esempio Reggio Emilia, che propongono una offerta equamente distribuita tra componente pubblica e privata. L’obiettivo della ‘lista d’attesa zero’ nei nidi riminesi è dunque concretamente realizzabile, e non è un sogno in un cassetto. Si raggiunge con la sinergia tra le diverse offerte e non escludendone una parte importante, per strumentalità o ideologia.
Detto ciò, oggi e ancora più domani il Comune dovrà avere un ruolo fermo nel siglare convenzioni con soggetti privati che garantiscano l’assoluta eccellenza del servizio ed essere di converso durissimo e puntiglioso nel rilevare e sanzionare i piccoli e grandi abusi o servizi non eccellenti che dovessero emergere da controlli i verifiche. In sostanza possono e devono convivere, così come accade in molte altre città della regione, l’estensione dell’offerta complessiva e un sistema efficiente di controlli che tutelino bimbi e famiglie.
Discorso sugli asili bellissimo, ma andando a stringere i posti pubblici vanno agli isee bassissimi (e questo lo ritengo giustissimo).
Peccato che extracomunitari non contribuenti, sorpassino di gran lunga noi riminesi ed italiani.
I centri in questione negli ultimi giorni, risultano aperti da anni alcuni da piu di venti e non hanno mai causato problematiche di nessun tipo.
Non solo, a prezzi accessibili a chi ha lavoro normali come babbo impiegato e mamma che fa la stagione sono stati logisticamente importanti, ed economicamente sostenibili.
Mi sembra palese che facendo scoppiare questo disagio il motivo politico prevarichi la volontà che un politico dovrebbe avere in primis ben presente e cioè portare servizi nell’immediato alla comunità.
Ritengo che a pochi giorni di distanza dall’estate avete messo centinaia di famiglie con il figlio per strada, senza una soluzione certa ed almeno provvisoria nell’immediato, ma rimandando tutto ad una ennesima soluzione post voto.
Sappiamo benissimo che il cibo avariato non proviene dall’asilo ma dal sacchetto delle famiglie e che nessuna famiglia darebbe del cibo avariato al figlio….
Mi sarebbe piaciuto da parte sua visto che siamo quasi coetanei una proposta di soluzione nell’immediato (es :apertura con deroga) e non un ennesimo “mese di maggio” come il caso stadio, spina verde, ecc.
Purtroppo la colpa è mia, da elettore di destra per una volta mi stavo convincendo che votare un giovane che incontro allo stadio o nei pub, o a manifestazioni pubbliche, mi avrebbe tutelato rispetto alla massa di poltronai storici riminesi.
Mi sbagliavo e mi dispiace di questo, soprattutto mi dispiace non avere riferimenti politici e sociali nella città che amo.
La saluto cordialmente, vado a sperare nel superenalotto, le rette per quelli aperti sono oltre le 600 euro.
Massimo