Il peso di un progetto politico e amministrativo non si valuta guardando esclusivamente al piatto del consenso elettorale. Occorre buttare un occhio dalla parte opposte della bascula dove è posata la governabilità: se le due parti sono in perfetto equilibrio ne trae vantaggio la collettività, altrimenti nessuno o, peggio, solo quel pulviscolo chiamato ‘casta’.
Dopo tanti anni, abbiamo davanti un’occasione storica: presentarci ai cittadini con un governo forte, compatto, non corroso né paralizzato da veti incrociati, mediazioni estenuanti tra partiti e/ o correnti. La chiarezza programmatica al primo turno e la linearità dichiarata in fase di ballottaggio derivano da questa precisa consapevolezza: governare non è un’appendice di vincere ma un valore e una garanzia per una comunità che vuole andare avanti e prima di tutto chiede un cambiamento nel rapporto tra politica e cittadino.
Credo sia da salutare positivamente la risposta di Fabio Pazzaglia alla mia sollecitazione circa la volontà, in questa fase, di non fare pastrocchi. In prima istanza perchè per la prima volta ragiona sul futuro e non con la testa rivolta a ciò che è successo.
In secondo luogo perchè le convergenze non si definiscono in qualche ora e in qualche giorno, quando non si sono trovate in mesi. Comincia adesso un percorso che, se convincente per ambo le parti, potrà condurre in futuro a una collaborazione convinta e non forzata. Il progetto che proponiamo è di grande svolta perchè si propone di chiudere la fase dello sviluppo quantitativo che guarda alle esperienze urbanistiche, sociali e culturali di rango europeo. Pazzaglia valuterà nei fatti, noi valuteremo nei fatti la volontà di dare alla città una credibilità e un governo che si esprime concretamente negli atti e nelle realizzazioni e non nella politica politicante.
Il ballottaggio si conferma essere fase decisiva, soprattutto per il dopo elezioni. Chi, come Renzi, parte già con la zavorra dell’Opa della Lega Nord sul centrodestra, rincorre simboli e marchi, promettendo posti e poltrone: è chiaro che Renzi sacrifichi ogni questione legata a una chiarezza di governo, dimostrandosi uomo legato indissolubilmente alla vecchia politica degli accordi verticistici.
Lascio tutta a lui questa strategia, preferendo condurre il dialogo con le forze politiche sul binario nuovo per Rimini di un cristallino progetto che diventa governo efficiente e non dispersivo. Ripeto, non farò pastrocchi perché i riminesi sono arcistufi della stagnazione e della paralisi che, ormai per troppi, è sinonimo di una politica da buttare.
Vorrei vederlo veramente il cambiamento…vorrei vedere un Sindaco capace di prendere decisioni in proprio, ascoltando la gente e i suoi problemi, e non dettate dai giochi di partito e delle lobby che anche a sinistra sono presenti…e pressanti….Vorrei vedere un Sindaco vicino a TUTTI, anche ai non albergatori, ai non bagnini….alla gente comune che ci vive in questa città che, poverina negli ultimi decenni non ha visto NESSUN mutamento. Rimini è rimasta quella che era. Anzi, magari,…. è decisamente peggiorata. Il degrado è evidente. Basta andare sul lungomare, a Marina centro…..non c’è molta differenza con una località marittima albanese, qualsiasi essa sia…..con tutto il rispetto parlando ovviamente. Fare due passi nella bellissima ed illuminata Regina Elena, nell’ampio marciapiede di circa 1 mt, facendo zig-zag in estate, la sera, tra cineserie varie, fino praticamente a Miramare……che bello spettacolo ………(mi diceva un amico che non è mai più tornato a Rimini avendo scelto prima Riccione e poi Cattolica descritte come delle vere chicche)…………
Per poi trovarsi nel traffico della statale, quella che non è mai cambiata inverno ed estate che sia; nelle strade non fatte, a fronte di insediamenti come quello di Viserba Monte…. nei servizi mai realizzati……ed in quelli realizzati ad hoc per TRUFFARE la gente…come il teleriscaldamento. Si, vorrei vedere come questo Sindaco, dopo le belle parole, possa imporsi sulla partecipata SGR (controllore/controllato), quindi se farà prevalere la volontà e gli interessi di partito (SGR) o quelli dei residenti truffati.
Sig. Sindaco, di lavoro ne avrà in quantità industriale, …pensi solo alla città, alla svolta, e non solo agli interessi…..come fanno tutti e come hanno fatto quelli che l’hanno preceduta….che poi sono gli stessi che l’appoggiano……..CHISSA’, mi rimane difficile……ma ci voglio credere……
Gentile Dario, quando ricevo mail come la tua mi chiedo intimamente quanti e quali errori abbiamo fatto nei lunghi anni di governo. Cose promesse e non fatte ma anche cose fatte che non hanno saputo diventare patrimonio condiviso e unificante per una città complessa e unica come Rimini. Ti faccio solo un minuscolo esempio: nel 1989 Rimini precipitò in quella che allora pareva una crisi irreversibile, dovuto al tracollo turistico post invasione delle mucillagini. Negli anni successivi si tenne botta e poi si comincò a risalire grazie a investimenti impegnativi come la Fiera, il Centro Agroalimentare, la riqualificazione del centro storico (fino al 200 era territorio off limits per famiglie e turisti), la Darsena. Eppure in tanti non ‘vedono’ queste opere proprio perché esse non sono state condivise e non sempre hanno messo in moto quel processo virtuoso che, ad esempio, poteva spingere i privati a ammordernare il loro negozio e in generale il tessuto commerciale in aree pregiate come la Marina. Altre opere di questo livello sono in programma (penso alla riqualificazione delle colonie) ma anch’esse esprimeranno solo il 10 per cento del loro potenziale se, come Comune e Istituzioni, non sapremo coinvolgere chi lì ci abita. Come farlo? Aprendo porte e finestre del Comune, cambiare passo e pagina adeguando gli orari degli uffici alle esigenze della città, improntare percorsi mirati a dare risposte in tempi certi, mutare una cultura diffusa che considera uno scocciatore chi ha un’idea o una proposta, piccola o grande, bella o brutta che sia. Se eletto, mi concentrerò su questo perché questo viene prima di una Fiera, di una strada, di un parcheggio. Il mio sogno è che ogni volta che si inaugura una cosa i più felici siano i residenti di quel luogo e non il politico che taglia il nastro davanti ai fotografi. No, basta con questo, basta con le sudditanze, tutti sullo stesso piano e vinca il migliore. Che non è quello che ha la tessera di partito ma l’idea più convincente. Si chiama meritocrazia. Io credo in questa e non in altro.
Grazie ancora per la tua mail.
Andrea Gnassi
PS: tra le molte cose che indichi, mi pare doveroso precisare che le competenze sulla Statale 16 sono di uno Stato che dal dopoguerra per Rimini ha fatto poco o niente, lasciando agli Enti locali l’onere della spesa al di là delle competenze. Ti faccio un piccolo esempio: il Comune di Rimini ha già destinato 11,4 milioni di euro per la risoluzione dell’incrocio tra ‘Adriatica’ e Superstrada di San Marino e questo perché Anas, per legge competente, non ha i soldi! E, beffa tra le beffe, adesso il Governo tiene bloccati quei soldi del Comune di Rimini a causa delle norme restrittive del Patto di Stabilità…