In un mercato aeroportuale estremamente complesso dove il sistema Italia perde colpi a fronte dell’aumento complessivo di passeggeri che si muove nel mondo, è importante non farsi travolgere da dinamiche di mercato che possono addirittura escludere l’Emilia Romagna o la fascia centrale adriatica dal collegamento di rotte internazionali.
L’obiettivo di Rimini per i prossimi 10 anni è essere un punto avanzato dell’internazionalizzazione dell’Emilia Romagna. Una porta naturale sull’Adriatico, uno snodo da dove fare arrivare persone dall’Europa e in particolare dall’est che sbarcando in Italia possono trovare le prime opportunità di lavoro, di cultura, di turismo, in primis proprio lungo l’asse della via Emilia. Conosco benissimo la delicatezza della questione, dei rapporti tra diverse realtà romagnole. Rimini deve mettere la sua vocazione internazionale e della ospitalità al servizio della Romagna e dell’intero sistema regionale. I primi esempi che mi vengono in mente sono le eccellenze gastronomiche, paesaggistiche, culturali e imprenditoriali, dove ad esempio le province di Forlì-Cesena negli ultimi anni hanno proposto punte di eccellenza. La Regione sta svolgendo un ruolo di coordinamento in tanti settori per rendere competitivo ed efficiente il sistema Romagna. Anche in campo aeroportuale investendo fortemente sulle specializzazioni e le vocazioni di Forlì, Rimini e Bologna, si può giungere ad un sistema aeroportuale solido e competitivo. Da un momento delicato come questo, si deve uscire ancora insieme investendo e concretizzando sul percorso avviato che prevede accordi tra le diverse realtà per una loro valorizzazione compiuta.
porto solo il mio piccolo contributo. La mia opinione e’ che Rimini, per quanto concerne le dinamiche politiche orbitanti attorno all’aeroporto e non solo, fino a quando rimarrà suddita di Bologna non potrà mai vedere un reale sviluppo del proprio aeroporto. Cio’ che accadde ai tempi della ristrutturazione del Marconi fu clamoroso: tutto il traffico venne dirottato sul lugubre aeroportino di Forli ….
Con i miei migliori saluti
Caro Franco, sono fermamente convinto che è solo attraverso un coordinamento tra le tre realtà in questione, ognuna con le sue specificità, che può derivare benessere per tutti. Grazie alla ritrovata unità tra amministrazioni, enti pubblici e privati siamo sulla buona strada, quella che per il “Fellini” prospetta il transito di 1 milione di passeggeri annui. L’operazione Wind Jet rilancia l’internazionalizzazione del nostro scalo con vantaggi conseguenti non solo per Rimini ma per tutta l’Emilia Romagna, non per questo o quel gruppo politico. Un cordiale saluto.
Ha detto tutto,non dicendo nulla Signor Gnassi con un bel linguaggio,da politicante.
Il problema è l’aereoporto di Rimini ha scippato Windjet a Forlì…Pero’ che conquista!!!!!Avessero tolto competitività alla Spagna per il Fellini allora sarei stato felice,ma stiamo facendo la guerra tra poveri! Invece di accorpare e fare un unico scalo,”Aereoporto Riviera Romagnola”,con voli da tutta Europa noi andiamo a rubare dal vicino. E non parlatemi di competizione vi prego……
Gentile Tommaso, provo a sintetizzare in due semplici punti: 1) se il “Fellini” raggiunge il milione di passeggeri/anno è un gran bel risultato; 2) se creiamo un piano industriale per un polo aeroportuale unico per l’Emilia Romagna, non possono che derivarne vantaggi per tutti i cittadini. Spero di averle chiarito meglio il mio pensiero, a presto.