“Lavoriamo per un tavolo della società contro le penetrazioni mafiose”

Sì al tavolo antimafia. Gnassi risponde a Morosini.  “Proprio dall’incontro con il giudice dello scorso aprile, era nata la proposta di un tavolo di lavoro che mettesse insieme forze dell’ordine, enti locali, categorie economiche, sindacati, professionisti e associazionismo. Lavoriamo per un tavolo della società contro le penetrazioni mafiose – sottolinea il candidato sindaco alle primarie del centrosinistra -  l’ho messo nella mia proposta programmatica. Qui non si tratta di dire che il nostro territorio è intoccabile e che la mafia non esiste, magari per tutelare una buona etichetta turistica. Ne si tratta di gridare ‘al lupo al lupo c’è la mafia, va tutto male’, oppure ‘Rimini come Palermo’, sintesi e messaggi fuorvianti e non plausibili. Il tessuto articolato, sociale ed economico, fatto da 34 mila imprese, oggi va difeso con rigore e serietà e senza alcun tipo di sottovalutazione. Va difeso da meccanismi e penetrazioni finanziarie ed immobiliari che non sappiamo interrogare e leggere adeguatamente. La mafia e l’illegalità oggi si può proporre con interfaccia assolutamente insospettabili sia per l’acquisizione di alberghi,  che per la la gestione di negozi e operazioni finanziarie. Insisto che ci vuole collaborazione da parte di tutti, un tavolo di lavoro con forze dell’ordine, enti locali, categorie economiche, sindacati, professionisti e associazionismo. Bisogna avvalersi di chi ha gli  strumenti tecnici, scientifici per vedere cosa c’è dietro alcune operazioni, con competenze sofisticate, specialisti, scambio di banche dati e informazioni. Altrimenti si corrono due rischi: il primo è quello di far continuare operazioni illecite dalla facciata pulita e legale, il secondo è quello di affermare che Rimini è come Palermo (cosa che Morosini non ha detto) senza aver dati concreti, tangibili e visibili”.

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