Lettera a Silvia Missiroli: “La memoria No, non può essere tagliata”

Cara Silvia,

credo che la tua lettera (mi permetto di darti del tu)  sia un fantastico esempio di come – al di là dei luoghi comuni e della facile oleografia mediatica – i giovani possano/debbano contribuire a migliorare i luoghi e l’etica delle nostre città. Raramente ho visto spiegato meglio e con tanta passione il rapporto indissolubile che corre tra cultura, educazione, senso di appartenenza a una comunità. La tua cortese, ma ferma presa di posizione sul tema dei viaggi della memoria, illumina peraltro un aspetto dell’attività culturale pubblica, più o meno sballottata in via perenne nella centrifuga delle cosiddette ‘potenzialità turistiche’: l’aspetto educativo della cultura è il sale di una società aperta e libera che sta al di là e sopra le valenze economico turistiche che spesso le si abbinano. Quella che spesso viene chiamata spregiativamente ‘cultura di servizio’, in realtà si rivela strumento e fine, di pari dignità con le grandi mostre, i grandi eventi, le grandi rappresentazioni. Non sfuggo al tuo richiamo: io credo che così come il Comune di Rimini ha meritoriamente ‘inventato’ molti anni fa il progetto di Educazione alla Memoria, così lo considererà tra le priorità di qui in avanti, al di là della contingenza attuale. Non ci dovranno essere se e ma: quello è un progetto che non solo va mantenuto ma potenziato, se il risultato è quello di avere una, dieci, cento, mille lettere come la tua.

L’ho fatto anche io quel viaggio. La scala della morte nella cava del campo di Mauthausen, dove i prigionieri erano costretti a salire gli scalini sconnessi portandosi pietre per poi gettarle in uno spazio sottostante senza senso. L’impressionante catena di montaggio della morte delle stanze di preparazione alle docce con il gas riflettevano esattamente la razionalità della follia organizzata per uccidere sia la vita materiale, ma anche quella morale e psicologica e umana di milioni di persone. Quel viaggio mi ha fatto vivere e capire ancora di più le parole di “Se questo è un uomo” di Primo Levi.

Già qualche settimana fa ho voluto approfondire se il Comune avesse ripristinato le risorse per il progetto sull’educazione alla memoria. Mi risulta che sia stato giustamente fatto. Non solo non ci si deve pentire nel sostenere questa iniziativa, piuttosto penso si debba ricominciare ad essere orgogliosi di usare idee e argomenti e coraggio per difenderle anche nella ristrettezza delle risorse, nei tagli di bilancio. Bisogna essere orgogliosi di dire che quando per mille cause non ci sono soldi e bisogna scegliere prioritariamente “il pane”, beh, anche questo è il pane di una comunità.

Con la cultura non si mangia, dice Tremonti. Io dico invece che con la cultura si fa qualcosa di più che addentare un alimento, si vive. E’ per questo che ogni centesimo investito sulla cultura ritorna moltiplicato per mille. E’ per questo che le politiche culturali future non potranno fare a meno di premiare e alimentare costantemente un circolo virtuoso fatto di progetti e contenitori aperti 24 ore al giorno con persone competenti e professionalmente capaci di illustrarne le potenzialità storiche, artistiche, educative. Cultura non è sinonimo di museificazione ma di educazione. E educare è un mestiere difficile e non per tutti.

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Una risposta a Lettera a Silvia Missiroli: “La memoria No, non può essere tagliata”

  1. Silvia Missiroli scrive:

    Sign. Futuro Sindaco Gnassi,

    sono Silvia Missiroli, la ragazza che ha scritto la lettera per evitare i tagli ai fondi per il viaggio sulla Memoria. La voglio ringraziare per la sua risposta significativa, per avere ascoltato la voce di noi giovani, per aver fatto immediatamente proprio il messaggio. Ho saputo, inoltre, che il comune ha nuovamente destinato 11.400 euro al progetto. L’Amministrazione Comunale ha dimostrato una sensibile ricezione, che ci infonde coraggio, in questo clima di usuale indifferenza, capace di farci perdere ogni voglia di “cambiare le cose”. Questa è la prova evidente che allora le cose si possono cambiare, che non dobbiamo smettere di esprimere la nostra opinione per far valere i nostri diritti. Tra i giovani la rassegnazione tende a dominare, ma gesti come questo sono in grado di invertire tale diffusa tendenza.
    I viaggi della Memoria sono un importantissimo strumento educativo. La prego di non permettere, come futuro Sindaco, che vengano “toccati” negli anni a venire. Qualcosa cambia dopo quelle visite, ma lei già lo sa. Lo devono sapere in tanti, lo devono sapere soprattutto le nuove generazioni. Per salvaguardarci, per salvaguardare.
    Le auguro di diventare il nostro futuro Sindaco, un Sindaco che spero non perda di vista le parole della lettera di risposta, un Sindaco che mantenga quella Freschezza.
    Noi giovani ci siamo, la guarderemo e spereremo. Non si dimentichi di questo.

    Sperando che questo dialogo possa continuare così come è iniziato,
    La ringrazio nuovamente tanto

    Gentili Saluti

    Silvia Missiroli

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